Italiano [17]
A1

 
I Cantanti maledetti
Nel corso dell'adolescenza maschi e femmine costruiscono idoli musicali. Ne hanno
bisogno e si dedicano al loro culto con devozione. Gli idoli musicali costano agli
adolescenti fatica, denaro e conflitti con i genitori e la cultura degli adulti.
Questi "idoli" non sono bravi ragazzi, non frequentano la scuola, non lavorano in
(riga 5) azienda, non vestono decentemente. Spesso sono disobbedienti e predicano con
entusiasmo di vivere pericolosamente, di sfidare le regole, di non sottomettersi alle
bugie degli adulti. Sono avvolti da fumo sospetto, istoriati da tatuaggi minacciosi,
provocano sessualmente, istigano alla disobbedienza. Fanno la faccia cattiva, urlano,
danzano, suonano e cantano indiavolati. Predicano molto male e danno sicuramente
(riga 10) pessimi esempi. Hanno vita breve: a volte muoiono giovani, dimostrando di aver avuto
torto a trascurare la salute e la moderazione nell'uso delle droghe. Più spesso
spariscono come stelle cadenti.
Agli adolescenti sono serviti qualche mese, poi finiscono nell'archivio della loro
crescita. Non sono più la colonna sonora della loro giovinezza. Alcuni degli idoli
(riga 15) musicali sopravvivono invece a lungo, a volte invecchiano assieme ai ragazzi che li
hanno inventati. Si ritrovano ai concerti, ma fomentano soltanto la nostalgia: è solo
durante l'adolescenza che si ha bisogno di idoli; da adulti si lotta per abbattere gli idoli
ed essere e restare cinici. Sono i ragazzi a inventare gli idoli, non gli idoli a inventare i
ragazzi. Ogni generazione inventa i propri e affida loro il compito di cantare e suonare
(riga 20) l'inno.
Gli adolescenti sono convinti di aver eletto i propri idoli dopo una gara planetaria
alla quale hanno partecipato tutti e ha vinto il migliore. Non accettano la convinzione
degli adulti che siano i produttori a vendere gli idoli, che si tratti di operazioni
commerciali, che gli idoli siano merce, il prodotto finale di marketing miliardari. Sono
(riga 25) convinti che l'idolo sia un medium che hanno scoperto loro e al quale hanno affidato il
compito di intonare il loro canto, di pronunciare le parole che ripeteranno in coro, a
migliaia, durante il grande rito del concerto.
Per essere riconosciuti come veri e propri idoli da una delle mille tribù di cui si
compone la generazione giovane non bisogna avere idee proprie; se si è bravi si può
(riga 30) diventare famosi, ma non degli idoli. L'idolo ha la funzione di usare le proprie corde
vocali per pronunciare la prima sillaba della canzone. Il resto i ragazzi lo sanno già.
L’idolo imita, non crea; è a rimorchio delle fantasie collettive, non può inventare nulla,
può solo indugiare col canto su un particolare importante che tutti conoscono già.
L’idolo non può rendere i ragazzi più buoni o più cattivi: è il loro giullare, li deve
(riga 35) compiacere, sono loro che comandano. Lo pagano per farli divertire, piangere, urlare;
si mettono in coda per ore, fanno viaggi faticosi e memorabili, ma l’idolo non deve
tradirli mettendosi a parlare di sé, deve parlare di loro. Devono riconoscersi in ciò che
canta e suona, in tutti i luoghi del mondo in cui si ha la stessa età.
Se uno suona e canta la propria canzone, possono essere in pochi o in molti ad
(riga 40) ascoltarlo, ma non si diventa idoli se si è troppo egoisti: gli idoli sanno sacrificare
tutto, anche il pudore e la decenza, pur di mandare a casa contenti i ragazzi. Gli idoli
debbono esagerare, è questo il loro mestiere. Debbono rendere inverosimile ciò che
potrebbe essere vero, debbono trasformarlo in spettacolo. Accettano di essere la
caricatura dell’incubo, la maschera dell’indefinibile, la monumentale incertezza fra il
(riga 45) maschio e la femmina, il prodigio di essere il bambino e il vecchio nello stesso tempo.
Gli adolescenti si divertono dinanzi al contorsionista dell’identità, si divertono
davanti alla rivendicazione dell’incertezza, alla grottesca rinuncia a ogni definizione.
Sanno di cosa sta blaterando l’idolo trasgressivo e travestito, ma non è lui che li istiga,
sono loro che lo costringono ad assumersi la responsabilità di tutto. È lui che deve dire
(riga 50) la parola, quella parola; loro ridono e applaudono, come in classe quando il giullare
attacca le regole e mette alla gogna il docente; ridono, ma è il giullare che finisce male,
loro studiano e saranno promossi.
G. P. Charmet, I Cantanti maledetti, in «Corriere Salute», suppl. del «Corriere della Sera», 22 giugno 2003

Quale tra le seguenti frasi contiene la tesi di fondo dell'autore ?

A Gli adolescenti sono convinti di aver eletto i propri idoli dopo una gara planetaria alla quale hanno partecipato tutti e ha vinto il migliore (righe 21-22) .
B Sono i ragazzi a inventare gli idoli , non gli idoli a inventare i ragazzi (righe 18-19) .
C Se uno suona e canta la propria canzone , possono essere in pochi o in molti ad ascoltarlo , ma non si diventa idoli se si è troppo egoisti (righe 39-40) .
D Questi "idoli" non sono bravi ragazzi , non frequentano la scuola , non lavorano in azienda , non vestono decentemente (righe 4-5) .

A2

A chi si rivolge e qual è lo scopo del testo ?

A Ai genitori , per convincerli che i cantanti maledetti non sono un problema .
B Ai cantanti maledetti , per convincerli a non proporsi come modelli negativi agli adolescenti .
C A lettori adulti , per spiegare il rapporto complesso tra adolescenti e cantanti maledetti .
D Agli adolescenti , per convincerli che i cantanti maledetti non sono dei modelli da imitare .

A3

Qual è secondo il testo il comportamento più significativo dei giovani nei confronti della musica e dei cantanti ?

A Amano certi gruppi e non altri .
B Inventano idoli musicali .
C Hanno gusti musicali diversi .
D Diventano schiavi degli idoli musicali che inventano .

A4

Perchè i cantanti maledetti non devono «avere idee proprie» ?

A Devono cantare , e non pensare .
B Al centro delle loro canzoni c'è la musica e non i testi , le parole .
C Hanno idee sbagliate : incitano alla disobbedienza e alla violenza .
D Devono riprodurre le fantasie collettive dei giovani .

A5

Qual è il significato della parola idolo nel testo ?

A Figura di spicco nel mondo dello sport e dello spettacolo .
B Immagine a cui si attribuiscono caratteri o poteri divini .
C Oggetto di ammirazione o di dedizione fanatica .
D Falsa immagine che deforma o nasconde la verità .

A6

La parola medium , nel contesto in cui è inserita (righe 24-27) , indica una persona ...

A dotata di poteri paranormali .
B sfruttata per scopi commerciali .
C che è il leader di un gruppo .
D che permette di diffondere visioni del mondo .

A7

Qual è il significato dell'espressione «mettere alla gogna» ?

A Denunciare duramente il comportamento di una persona .
B Mettere una persona in condizioni di inferiorità .
C Mettere in difficoltà una persona .
D Esporre una persona alla pubblica derisione .

A8

Qual è la categoria morfologica di solo in «è solo durante l'adolescenza che ha bisogno di idoli» (righe 16-17) ?

A Avverbio .
B Preposizione .
C Congiunzione .
D Aggettivo .

A9

Nella frase : «Sono convinti che l'idolo sia un medium che hanno scoperto loro» , i due che presenti sono rispettivamente ...

A congiunzione e congiunzione .
B pronome relativo e congiunzione .
C congiunzione e pronome relativo .
D pronome relativo e pronome relativo .

A10

L'aggettivo pessimo è il ...

A superlativo assoluto di peggiore .
B superlativo assoluto di cattivo .
C superlativo relativo di peggiore .
D superlativo relativo di cattivo .

A11

In quale di queste coppie di frasi vi è un rapporto di subordinazione ?

A «Per essere riconosciuti come veri e propri idoli (...) non bisogna avere idee proprie» (righe 28-29) .
B «(Gli idoli) predicano molto male e danno sicuramente pessimi esempi» (righe 9-10) .
C «L'idolo imita , non crea» (riga 32) .
D «(...) si può diventare famosi , ma non degli idoli» (righe 29-30) .

A12

Qual è la funzione sintattica di «il migliore» nella frase «ha vinto il migliore» ?

A Attributo del soggetto .
B Soggetto .
C Predicativo del soggetto .
D Complemento oggetto .

A13

Quale delle seguenti versioni esprime meglio il valore del gerundio dimostrando nella frasae «a volte muoiono giovani , dimostrando di aver avuto torto a trascurare la salute e la moderazione nell'uso delle droghe» ?

A "A volte muoiono giovani , perchè dimostrano di ..." .
B "A volte muoiono giovani , pur di dimostrare di ..." .
C "A volte muoiono giovani , anche se dimostrano di ..." .
D "A volte muoiono giovani , e così dimostrano di ..." .

A14

Qual è il valore della frase pur di mandare a casa contenti i ragazzi in «gli idoli sanno sacrificare tutto (...) pur di madare a casa contenti i ragazzi» ?

A Concessione : nonostante il sacrificio degli idoli , i ragazzi tornano a casa contenti .
B Esemplificazione : un esempio del sacrificio degli idoli consiste nel mandare a casa i ragazzi contenti .
C Concessione finale : gli idoli sono disposti a sacrificare tutto a condizione di riuscire a mandare a cada contenti i ragazzi .
D Causalità : gli idoli sacrificano tutto perchè i ragazzi vanno a casa contenti .

A15

Quale rapporto logico lega le due frasi contenute in «ridono , ma è il giullare che finisce male» (righe 51-52) ?

A Opposizione : loro ridono , il giullare per contro finisce male .
B Causalità : loro ridono perchè sanno che il giullare finisce male .
C Concessione: nonostante le loro risa , il giullare finisce male .
D Consecuzione : loro ridono , di modo che poi il giullare finisce male .



Al termine del quiz premi il pulsante 'VERIFICA' qui' a fianco