Italiano [2]
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I cani
Se avete la fortuna di possedere una di quelle vecchie enciclopedie degli animali dei primi anni del
secolo, o addirittura della fine del secolo passato, andate a leggere le pagine sui canidi. Accanto alla
descrizione del lupo, della volpe, dello sciacallo e di tutti i canidi selvatici, troverete anche la
descrizione dei "cani di Costantinopoli" e dei "cani di Alessandria d'Egitto". Gli zoologi del tempo,
infatti, descrivevano i cani randagi di quelle città come vere e proprie sottospecie con caratteristiche
particolari e ben distinguibili.
Ancora oggi la situazione non è poi molto diversa. Nelle città e negli ambienti mediterranei i cani
randagi sono molto comuni così come sono una costante del panorama di molti Paesi temperati e
tropicali. Un misto di cause ne provocano la persistenza: da una parte, l'ecologia umana dei Paesi a
clima temperato-caldo permette agli uomini una vita per molti mesi condotta all'aperto, con una
continuità ambientale tra interni ed esterni delle abitazioni. Dall'altra, l'abbondanza di risorse naturali e
di rifiuti offre una elevata disponibilità alimentare durante tutto l'anno.
In Inghilterra non esiste un solo randagio pur avendo gli inglesi una popolazione di quasi 6 milioni di
cani, tutti rigorosamente tenuti sotto controllo. In Italia, invece, su circa 33,5 milioni di cani, almeno
7-800.000 sono da considerarsi vaganti. Come a rappresentare da sola la diversità tra climi freddi e
caldi, in Italia la presenza di questi animali è scarsa al Nord e cresce progressivamente al Centro e al
Sud del Paese.
La parola "vaganti" ha bisogno di spiegazioni e distinzioni, poiché sotto questa etichetta si
raggruppano in realtà cani che hanno relazioni diversificate con l'uomo e l'ambiente, e che costituiscono
quindi ordini di problemi molto diversi tra loro. È opportuno distinguere almeno quattro diverse
categorie: i cani che hanno un padrone che li tiene sempre sotto controllo, quelli che pur avendo un
padrone sono spesso liberi di andarsene in giro come e quando vogliono, i randagi e i rinselvatichiti.
I cani che sono tenuti sempre sotto controllo non hanno alcun effetto sull'ambiente naturale se non
quando riescono a scappare.
Poi ci sono i cani che hanno un padrone, ma che sono lasciati liberi di andare dove meglio credono.
Sono tanti e sono i più pericolosi. È il modo forse più comune in cui si tengono i cani nell'Italia
centrale e meridionale, sia sui monti dell'Appennino sia lungo la costa. Il padrone esiste, vive nel
paese, ma non si preoccupa di sapere dove è il suo cane; spesso lo nutre, ma molto spesso si aspetta
che il cane trovi da sé qualcosa da mangiare. Questi individui hanno una vita relativamente facile,
semi-protetti ma liberi anche di andare dietro ogni occasione attraente.
I randagi sono cani che, nel loro passato recente o remoto, hanno avuto un padrone, e
che continuano
a cercarne un altro. Abbandonati o dispersi sono legati alla figura dell'uomo capobranco o partner
sociale e lo ricercano in continuazione sia per convenienza (cibo e protezione) sia per necessità
sociale. Si mescolano facilmente alle bande di cani padronali liberi, si incrociano con loro, vivono
dentro i paesi e hanno una ecologia simile a quella degli animali che hanno il padrone, ma vivono
senza controllo.
I cani rinselvatichiti hanno invece reciso ogni legame con l'uomo e non lo ricercano più, anzi lo
rifuggono.
In uno studio effettuato in Abruzzo per oltre quattro anni, abbiamo trovato che su oltre 40
cuccioli nati da varie femmine di un gruppo, solo uno ha raggiunto l'età della riproduzione e
gli altri sono tutti morti entro i primi mesi di vita.
Ma se i cuccioli muoiono, come fanno i rinselvatichiti a mantenere le loro popolazioni libere? Con un
procedimento di continua cooptazione di nuovi individui dalle popolazioni di cani randagi e vaganti
che vivono nei paesi limitrofi, soprattutto durante il periodo riproduttivo. In un branco di lupi in
genere solo una femmina si riproduce. Ma nei cani non esiste questo meccanismo e si verificano così
molte occasioni di formazione di nuove coppie. In mancanza di partner maschili nel branco, si coopta
qualche altro cane dal paese più vicino.
I risultati della nostra ricerca in Abruzzo hanno indicato in maniera inequivocabile la via da seguire
per ridurre le popolazioni di questi cani. Infatti, sarebbe sufficiente controllare a fondo il fenomeno dei
cani vaganti di paese, sia quelli con padrone e liberi sia quelli randagi, per vedere lentamente
affievolirsi il numero dei rinselvatichiti fino alla loro scomparsa.
Ma perché bisogna controllare il fenomeno dei cani vaganti siano essi randagi o rinselvatichiti?
Per molte buone ragioni, da quelle sanitarie a quelle ecologiche. Non ultime ci sono ragioni
economiche, poiché i cani sono la causa di tanti danni al bestiame domestico, danni che poi vengono
imputati al lupo.
Su questo aspetto, che era uno dei nostri obiettivi nella ricerca condotta in Abruzzo, posso confermare
che in quattro anni non abbiamo trovato un solo caso di predazione dei rinselvatichiti su animali
domestici. Ma nello stesso periodo, abbiamo raccolto invece molta documentazione su cani randagi e
padronali che hanno causato danni ingenti al bestiame.
Il problema è quindi complesso. Qualcuno vuole lo sterminio dei rinselvatichiti perché causano danni
e competono con il lupo per spazio, cibo e incroci che producono scomodi ibridi. Altri invece se ne
fanno paladini ritenendo questi cani gli ultimi veri predatori d'Italia oppure sostenendo che ormai tutti
i lupi sono degli ibridi e quindi non possono essere protetti in purezza genetica. Un intervento
cautelativo sarebbe quello di limitare comunque il numero di cani vaganti, prodotto artificiale fatto
dall'uomo a suo uso e consumo e non adatto alla vita selvatica.
Controllare randagi e rinselvatichiti, d'altronde, non è affatto facile: gli accalappiacani sono ormai
quasi scomparsi e altrettanto rari sono i canili e i ricoveri.
Finché eravamo in guerra con la rabbia urbana (i più anziani ricorderanno sui muri di scuola i
manifesti sulla idrofobia!), il sistema di accalappiacani, di multe ai trasgressori, di catture e
abbattimenti funzionava bene.
Oggi i cani senza padrone non vengono più considerati un problema da risolvere e il sistema di
controllo è caduto largamente in disuso. Così randagi e rinselvatichiti continuano indisturbati a
moltiplicarsi, tanto è vero che in molte aree del Centro-Nord le loro popolazioni rappresentano
già un'emergenza seria .

Gli zoologi del passato descrivevano alcune sottospecie di cani con i nomi delle città perchè

A erano cani randagi che stavano in città .
B avevano caratteristiche ben definite .
C erano stati scoperti proprio in quelle città .
D presentavano alcuni aspetti simili fra loro .

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Nei paesi freddi i cani randagi sono praticamente inesistenti perchè

A mancano sottospecie di questi cani .
B i centri specializzati di raccolta sono molti .
C il clima della città e delle campagne è temèerato .
D la maggiorr parte della vita si svolge al chiuso .

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I cani rinselvatichiti sono diversi dai randagi perchè

A vivono solo in alcune zone del Cemtro Italia .
B hanno più raramente contatti con l'uomo .
C sono molto più aggressivi e feroci .
D si riproducono esclusivamente fra di loro .

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Una ricerca ha dimostrato che a uccidere gli animali domestici sono soprattutto

A i lupi .
B i cani rinselvatichiti .
C i cani randagi .
D i cani idrofobi .

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Nell'Italia Centro - merdionale la maggior parte dei cani

A è tenuta sotto controllo dai padroni .
B è senza nessun padrone .
C ha un padrone ma può andare ovunque .
D fa parte delle sottospecie dei randagi .

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Per i cani randagi l'uomo è

A una specie di capobranco .
B il nemico principale .
C un compagno di giochi .
D un essere da cui fuggire .

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Nel brano si parla di "procedimento di continua cooptazione di nuovi individui" quando i cani rinselvatichiti

A riescono a partorire più cuccioli del solito .
B si riuniscono in branchi sempre più grandi .
C trovano altre persone che possono sfamarli .
D cercano cani randagi per riprodursi .

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Il miglior sistema per ridurre il numero dei cani rinselvatichiti sarebbe quello di

A aumentare il numero degli accalappiacani .
B abbattere la maggior parte dei randagi .
C tenere sotto controllo i cani vaganti .
D limitare la loro capacità di riprodursi .

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In Inghilterra ci sono

A molti più cani che in Italia .
B soprattutto cani randagi .
C meno cani che in Italia .
D troppi cani senza controllo .

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Lo scopo principale di questo brano è

A convincere sulla necessità di prendere provvedimenti sui cani rinselvatichiti .
B informare sulla situazione in Europa dei cani senza controllo .
C raccontare alcune storie vere ed esemplari di cani randagi .
D spiegare le differenze fra le diverse razze di cani vaganti presenti in Italia .



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