A19
La
signora ch’è stata sulla Luna
Torino, settembre 1965
Quasi ogni giorno il comandante in seconda della flotta spaziale di
Marte, trasferito da circa un
anno nel pianeta Masar, di nome Ithacar, scende a Torino ed entra,
con le sue onde-pensiero, in un
appartamento al primo piano di corso Vittorio Emanuele 204.
Abita qui, con la mamma Emilia e la figlia Milli, studentessa al liceo
scientifico, la signora
(riga 5) Germana Grosso, una gentile e mite creatura, esemplare, si
direbbe, della buona borghesia, lontana
da ogni eccentricità e coi piedi ben piantati sulla terra.
Eppure, come entrano in casa le onde-pensiero di Ithacar, la signora
Germana si mette alla
macchina da scrivere e batte velocemente ciò che le detta l’amico
extraterrestre. La signora
Germana non è una medium, non cade in trance, anche nel corso di queste
comunicazioni
(riga 10) telepatiche è sempre presente a se stessa, risponde se la
chiamano, corre di là se il telefono suona.
«Cara amica» le comunicava per esempio Ithacar qualche giorno fa
un’astronave diretta verso Venere. Siamo in duemila a bordo, con donne
e uomini misti, di altri
pianeti; andiamo per una importante comunicazione, poi verremo sulla
Terra, portando altri. Ora
vengo a dirti che i disastri provocati dal maltempo sono appena l’inizio
di cose molto più serie; in
(riga 15) quanto le atomiche che si vorrà far scoppiare porteranno
squilibri tali che non avrete più stagioni
delineate come prima. L’asse della Terra è già spostato. È un segno.
Noi siamo in allarme per voi
tutti. Abbiamo preparato un piano di emergenza, e quando dovessimo
venire lo faremo per salvarvi
dal peggio….».
La signora Germana mi fa accomodare in salotto. Siedo dinanzi a una
serie di piccoli quadri,
(riga 20) dipinti dalla stessa signora, nello stile degli antichi
egizi. Alle mie spalle invece sono altri suoi
quadri con strani viluppi vegetali. Avendone io lodato uno, vivace
formicolio di ricciuti arabeschi,
la signora Germana va a prendere un altro dipinto: «Questi sono dei
fiori di Marte. Li ho fatti su
ispirazione di Ithacar. Si chiamano sherindene».
Le straordinarie esperienze della signora Grosso ebbero inizio nel
’57. Si presentò a lei, in
(riga 25) forma telepatica, uno spirito-guida di nome Guicciardo,
da Siena, vissuto
Guicciardo cominciò a trasmetterle dei messaggi in rima. La signora
Germana stava uscendo da
un periodo assai travagliato e questa inattesa amicizia le fu di conforto
a tante sofferenze. Non si
domandò il perché del fenomeno. Tutto le risultò naturalissimo. E
le parvero «sensazioni
(riga 30) meravigliose» .
Dopo Guicciardo,
si presentò uno spirito più evoluto, Chadrj, maestro tibetano, «signore
dei
venti» . Le disse «Come senti la mia voce prendi la matita e scrivi»
. Chadrj le rivelava i segreti
della pura conoscenza che avrebbe potuto portare alla «sublimazione
assoluta» . Di giorno in
giorno la signora Germana ritrovava un «nuovo senso alla sua vita».
(riga 35) Il 26 agosto 1958 il maestro tibetano le annunciò che, essendo
lei ormai abbastanza iniziata, le
sarebbero giunti messaggi da altri pianeti. Ed ecco entrare in scena
Ithacar.
La signora Germana mi racconta tutto questo con estrema tranquillità
e letizia, come se mi
dicesse che sua figlia ha preso sette in matematica o è partita per
le vacanze. Niente di spiritato, di
eccitato, di invasato.
(riga 40) Da allora Ithacar le è stato sempre fedele. Oramai i suoi
messaggi ammontano a un centinaio.
Uno di questi fece parlare i giornali a suo tempo. Era un monito rivolto,
tramite la signora Germana,
al presidente Kennedy in data 17 luglio 1963. Tra l’altro diceva testualmente:
«E' certo che
elementi sbarcati in USA, tendono a formare un nucleo di azione terrorista
e a creare un "settore
speciale" di infiltrazione e di sabotaggi. Ti prego vivamente
di badare alla tua vita. E sii molto
(riga 45) prudente a non esporti eccessivamente quando andrai in mezzo
alle persone. Sii prudentissimo.
Aumenta le guardie intorno a te perché mirano giusto».
Appena ricevuto il messaggio, la signora Germana ne fece copia e la
mandò alla Casa Bianca.
In risposta ricevette uno dei consueti formulari in cui la segreteria
del presidente, ringraziando per
l’interessamento, escludeva di poter prendere in considerazione eccetera
eccetera.
(riga 50) Naturalmente, come Kennedy fu ucciso in novembre, Ithacar
si fece vivo rammaricandosi che
il suo avvertimento non fosse stato preso in considerazione ed avvertendo
che il vero assassino non
era Oswald bensì un certo Jacob Fulthon Ills, di 37 anni, losco figuro
della malavita. Ma a quanto
pare, fino ad oggi almeno, di questo Fulthon Ills la polizia americana
ignora l’esistenza.
(Tratto e adattato da La signora ch’è stata sulla
Luna, in Dino Buzzati, Cronache terrestri, a cura di Domenico Porzio
, Arnoldo Mondadori Editore 1972)
A chi si riferisce l’espressione “abita qui” (riga 4) ?
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