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Cliccare
non significa imparare |
Tutti
li vogliono, tutti li cercano. Sono due tipi piccoletti ma molto
attivi, sempre di-
sponibili quando uno studente deve compilare una ricerca di geografia,
stendere una
relazione di storia, raccogliere materiale per un dossier di italiano
oppure completare
l’approfondimento in inglese. Basta chiamarli e loro corrono,
portando sulle spalle decine
(riga 5) e decine di pagine adatte all’argomento, scegliendone
i brani utili e mettendoli
in ordine uno dopo l’altro. Vanno sempre in coppia. Si chiamano
Copia e Incolla, per
gli amici anche «control C» e «control V»: è sufficiente piazzarsi
alla tastiera, connettersi
a Internet e il resto – grazie al copia-e-incolla – è solo un
gioco da ragazzi.
Basta pesanti enciclopedie! Addio sedute di consultazione in biblioteca!
Ormai le
(riga 10) ricerche si fanno così, pigiando i tasti giusti. I vantaggi
sono evidenti: velocità di
esecuzione, abbondanza di materiale a disposizione e molta molta
fatica in meno;
senza contare che, alla fine, grazie a qualche piccolo accorgimento
tecnico, la ricerca
uscirà dalla stampante perfetta come un libro stampato, scritto
tutto da noi. Però…
Peccato che ormai gli insegnanti abbiano mangiato la foglia e
guardino con un certo
(riga 15) sospetto i malloppi di pagine scritte a computer e con
bellissime illustrazioni che
i loro studenti depongono sulla cattedra: li avranno fatti da
soli, compiendo almeno
la santa fatica di cercare le fonti e di riassumerle, di copiare
in bella e di rileggere,
oppure saranno tutta farina del sacco dei servizievoli signori
Copia e Incolla?
L’atroce dubbio pesa ormai su qualunque compito a casa e, per
scioglierlo, in Francia
(riga 20) hanno già inventato un programma capace di smascherare
i «copioni» via Internet:
che non sono solo ragazzi delle medie ma persino universitari
alle prese con la tesi.
Eh sì: chi di computer ferisce, di computer rischia adesso di
perire…
Una volta c’era il «Conoscere» (chiedete ai vostri genitori…),
adesso esiste la Rete.
Niente di male: ogni generazione ha i suoi metodi per cercare
le informazioni che le
(riga 25) interessano; anzi è bello che i ragazzi stringano precoce
amicizia con quella straordi-
naria banca di notizie che è Internet. Il problema, infatti, non
è documentarsi (anche
saperlo fare è un’arte…), prendere appunti, sunteggiare testi
altrui; esageriamo: il
problema non è neppure «copiare», perché chi lo fa – a mano o
a macchina – si impegna
almeno a trascrivere, quindi a far filtrare qualcosa che rimane
nel setaccio del
(riga 30) cervello. Il guasto del copia-e-incolla sta invece nel
rubare sapienza altrui in modo
automatico, illudendosi che per approfondire un argomento basti
accumulare le
pagine senza nemmeno leggerle. Ma, cari «scaricatori» (dal pc):
cliccare non significa
imparare… |
.«Avvenire»,
29 maggio 2006 |
Secondo
te questo articolo tratta ed espone un problema con uno stile:
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