Esame di Stato di Italiano
2010 2011

Blocco B (25 quesiti ; punti : 0 – 20 in base alle risposte corrette) .
Dopo aver risposto a tutti i quesiti del bocco B di Italiano riporta su un foglio il punteggio realizzato . ( La somma dei punti realizzati sia in Italiano che in Matematica , opportunamente elaborata, ti fornirà il voto espresso in decimi ) .


A1
LA COMPAGNA DI SCUOLA
Aspettavamo la campana del secondo orario, tra undici e mezzogiorno,
pigramente raccolti, sbadigliando, intorno ai tavolini del caffè Pascoli & Giglio,
che era il caffè nostro, del Ginnasio-Liceo, sull’angolo di quella strada,
anch’essa nostra, con la via principale della città, dai borghesi detta Corso e da
(riga 5) noi Parasanghea1.
I più fortunati mandavano giù l’una dietro l’altra granite di mandorla, la più
buona cosa da mandar giù ch’io ricordi della mia infanzia: e c’era la tenda rossomarrone
che bruciava di sole come un sospeso velo di sabbia sopra i tavolini.
C’erano discorsi di grandi parole, di grandi speranze, e c’erano i pettegolezzi
(riga 10) scolari sulle medie, i temi in classe, i professori e i compagni sgobboni.
I piccoli delle classi ginnasiali si rincorrevano da marciapiede a marciapiede,
urlando, fin su allo sbocco di Piazza del Duomo che chiamavano Ponto Eusino2,
e là subito le loro urla selvagge risuonavano più larghe e cantanti quasi come su
un’aperta campagna. Là era, difatti, una campagna di sole: Piazza Duomo,
(riga 15) amplissima nel suo asfalto ancora fresco, con le sue palazzine rosse
settecentesche a semicerchio e la gradinata del Duomo dal sommo della quale si
scorgeva, oltre tetti e tetti, una striscia abbagliante di mare canuto.
Avevo sedici anni, quasi diciassette; mi piaceva ormai “fare il grande” e stare
coi grandi veri, tutti dai diciotto in su, della seconda e terza liceale, a discutere, a
(riga 20) fumare sotto la tenda color ruggine del caffè; ma ogni volta che l’urlo di uno dei
piccoli andava lontano oltre la strada sulla prateria della piazza mi sentivo nitrire
dentro e ritornare cavallino com’ero stato quando anche io dai gradini della
cattedrale spiccavo il volo radente sopra l’asfalto.
Un pezzo era che non osavo più giocare a quel modo scalpitante. Una
(riga 25) signorina della “seconda” mi aveva guardato; e avevo smesso senz’altro.
Era figlia di colonnello. Mi pareva bellissima, sebbene portasse un cappellino
che le nascondeva metà della faccia. Andava da casa a scuola, da scuola a casa
con una ragazzona dai grossi fianchi della sua classe, che le dava sempre la
destra e pareva la sua serva.
(riga 30) Appena mi sentii guardato non esitai; mi misi dietro a lei tenendo dieci passi
di distanza, e a tutte le uscite l’accompagnavo. Essa si voltava in tutto il
percorso una volta sola, quando giungeva sull’angolo della strada di casa sua.
Verso sera io ripassavo sotto le sue finestre in bicicletta più volte, e la musica di
un pianoforte scorreva sotterranea dentro alla lunga fila di alte mura fiorite. Le
(riga 35) scrissi anche: ma lei non mi rispose; solo perché in quella mia unica lettera
l’avevo chiamata Diana3, spesso mi faceva misteriosamente dire da qualche
ragazza della mia classe che Diana mi salutava.
Un giorno mi mandò un garofano rosso chiuso dentro una busta.
Mi trovavo in classe mentre la professoressa di lingue moderne scandiva
(riga 40) parole cantate di La Fontaine4. Mi ama, pensai scattando, e la professoressa mi
gridò di ripetere l’ultimo verso, e io dissi, pensando mi vuol bene, “Ma neanche
per sogno!”.
Fui cacciato dall’aula per tutto il resto della lezione; e andai a mettermi dietro
la porta della “seconda” dove abitava lei. Speravo di udire la sua voce, non la
(riga 45) conoscevo ma credevo di poterla riconoscere. Mi ama, pensavo. E la voce di
"lei" si alzò, mentre quella dolente del prete che insegnava greco a tutto il Liceo
interrogava. Era una voce come di bambina che si sveglia, con un lungo “oh” di
meravigliato raccoglimento al principio di ogni risposta. C’era un gran caldo,
sebbene fosse solo maggio, o giugno, e dalle finestre spalancate del corridoio
(riga 50) veniva odore di fieno.
Mi staccai dalla porta, la voce era diventata un’altra dentro all’aula, e mi
affacciai alla finestra, mi misi a guardare giù in un cortiletto mai visto prima, ad
osservare le foglie di un fico muoversi nel sole come lucertole, al di là di un
muricciolo.
(riga 55) Poi l’uscio dirimpetto si aprì e in una ventata di voci uscì lei, quella giovane
che mi voleva bene, vestita di verde e di azzurro sugli alti tacchi. La vidi, nei
vetri della finestra, esitare come pensasse di tornare in classe.
Sentii che arrossiva. E tremai per il bene che mi voleva che un nulla sarebbe
bastato, credevo, a cancellare via dal suo cuore. Volevo far finta di continuare a
(riga 60) guardar fuori, ma appena lei svoltò l’angolo del corridoio le corsi dietro.
Mi guardò quando la raggiunsi e nient’affatto era rossa come avevo supposto.
Era tranquilla e sorridente. Vidi che aveva gli occhi chiari, fieramente grigi nel
viso di bruna.
"Oh", mi disse: “Vado a prendere il fazzoletto che ho dimenticato. Giù. In
(riga 65) guardaroba”.
Pensai: “E se la baciassi?”.
E subito cominciò un terrore di farle male, di distruggere il bene, di perdere
per sempre la felicità di avere il garofano rosso donato da lei.
Con timida civetteria lei disse: “Dunque?”. E appena sorrise era già
(riga 70) incamminata per andar via. Ma la fermai, la chiamai col suo nome:
“Giovanna!”. Pure non trovavo parole e non sentivo che un’acqua di mulino
farmi dentro io-io-io5 e diventare calda entro di me, un turbine di io-io-io, al cui
confronto ogni cosa pareva non essere vera.

...... (Tratto e adattato da: Elio Vittorini, Il garofano rosso, A. Mondadori, 1972)


1 Parasanghea: è una parola greca che indica l’unità di misura di lunghezza usata dai Persiani.
2 Ponto Eusino: il nome classico con cui i Greci indicavano il Mar Nero.
3 Diana: era la giovinetta dea della caccia presso gli antichi Romani.
4 La Fontaine: Jean de La Fontaine (1621-1695), francese, autore di favole.
5 io-io-io: lo sciacquio dell’acqua mossa dalle pale del mulino.

Il protagonista-narratore è uno studente del Ginnasio-Liceo .
Di quale classe , probabilmente ?
A Del ginnasio .
B Di prima liceo .
C Di seconda o terza liceo .
D Non ci sono dati per rispondere .

A8

Come viene descritta la ragazza ?
Ritrova nel testo le informazioni che la riguardano e riportale nei rispettivi rettangoli .

Il suo aspetto fisico
a. :
oppure .
b. :
.
c. :
.

Il suo abbigliamento

a. :
.
b. :
.
c. :
.

La sua famiglia

a. :
.

A9

Con quale congiunzione puoi sostituire "sebbene" nella frase «Mi pareva bellissima , sebbene portasse un cappellino…» (riga 26) senza modificare nessun altro elemento ?

A Anche se . .
B Poichè .
C Eppure .
D Benchè .

A11

Perché nella sua lettera il protagonista chiama "Diana" la ragazza di cui è innamorato ?

A Perché non conosce il suo vero nome .
B Per poter comunicare con lei senza essere scoperto .
C Perché nella sua immaginazione gli appare come una dea .
D Per far finalmente colpo sulla ragazza e farsi notare da lei .

A16

Come si potrebbe definire il rapporto tra i due ragazzi ?

A Coinvolgente e delicato .
B Leggero e superficiale .
C Teso e movimentato .
D Incerto e burrascoso .

A17

Nel testo moltissimi particolari sottolineano che il racconto si svolge in una stagione calda , in un clima quasi rovente . L’autore vuol farci capire che

A il protagonista vuole conquistare la ragazza prima delle vacanze estive .
B il caldo esterno corrisponde alle sensazioni ed emozioni del protagonista .
C la pigrizia degli studenti seduti al caffè è provocata dal caldo eccessivo .
D per il protagonista l’estate è il tempo dell’amore e della passione .

A19

Quale altro titolo si potrebbe dare al testo che hai letto ?

A Il dono di Giovanna .
B Un amore infelice .
C Un anno speciale .
D A scuola a sedici anni .

B2

La pubblicità mi piace, ma non se è obbligatoria

Sono sempre stato un sostenitore della pubblicità, e non solo per il beneficio
che ne traggono i gruppi editoriali, compreso quello al quale appartengo. La
pubblicità è elemento essenziale della società moderna, è l’ossigeno del
capitalismo. E contribuisce a ravvivare le nostre città, la nostra esistenza.
(riga 5) Pensate alla differenza che c’era fino all’altro ieri fra Times Square, il cuore di
New York, scintillante di luci, vivace, fantasmagorica, e la Piazza Rossa, cupa e
austera, perché priva di pubblicità in una Mosca tenebrosa. (Parlo di Mosca
quando era la capitale dell’Unione Sovietica).

(riga 10) Anche nei giornali, come nelle piazze, la pubblicità può essere ornamento e
dare allegria. L’editore del New York Times, il miglior quotidiano del mondo, ha
preso una saggia decisione quando, spinto dalla crisi in atto, ha acconsentito a
pubblicare annunci a pagamento anche in prima pagina. Per converso, certi
quotidiani di Zurigo e Francoforte, riluttanti a ogni genere di annuncio,
(riga 15) sembrano ottocenteschi. Ma gli elogi della pubblicità preludono a una critica. Da
qualche tempo il mio entusiasmo subisce un’incrinatura. Un senso di fastidio,
una forma di insofferenza. Mi sono chiesto quale ne fosse l’origine, e infine ho
capito. L’insofferenza è dovuta alla televisione.

(riga 20) C’è una differenza sostanziale fra la pubblicità nei giornali e quella nei
programmi tv. L’una sta al suo posto, l’altra è imperiosa e invasiva. Nei giornali,
sono io a decidere se guardare un annuncio o se leggere l’articolo che mi
interessa. Detengo il potere decisionale. Alla tv sono altri a decidere la
collocazione del messaggio pubblicitario, interrompendo quando gli pare e piace
(riga 25) un film o un incontro sportivo: io subisco. Tutt’al più posso fuggire: cambiare
canale, andare in un’altra stanza. Ma l’irritazione permane.

E c’è di peggio. Il passaggio repentino da una notizia tragica a una pubblicità
frivola è irriverente. Come si può tollerare che il resoconto di una strage sia
(riga 30) interrotto dall’elogio di un lassativo? Forse non c’è rimedio: non possiamo
difenderci. Tutt’al più è possibile ridurre il danno, riducendo i tempi dedicati
alla pubblicità e distribuendoli nei programmi. E questo nell’interesse di chi
paga gli spot per vendere prodotti, perché l’irritazione dello spettatore coinvolge
il prodotto reclamizzato. Ma la mia simpatia per la pubblicità come istituzione
(riga 35) del mondo moderno è messa a dura prova.

......(Tratto e adattato da: Piero Ottone, “Il Venerdì di Repubblica”, 20 febbraio 2009)

L’autore , Piero Ottone , è un giornalista .
Ricopia le parole del primo capoverso (righe 1-8) da cui puoi capirlo .

Risposta : .

B3

Perché l’autore afferma che la pubblicità «è l’ossigeno del capitalismo» (righe 3-4) ?

A Stimola i consumatori a fare maggiori acquisti .
B È molto costosa e ha bisogno di grandi capitali .
C Esiste solo nei paesi capitalisti .
D Caratterizza la società moderna .

B4

A che momento del passato si riferisce l’autore con l’espressione "fino all’altro ieri" (riga 5) ?

A Ad alcuni giorni prima .
B A quando esisteva ancora l’URSS .
C A quando Times Square era il cuore di New York .
D A prima che la pubblicità diventasse una componente determinante della società .

B6

La decisione presa dal New York Times di pubblicare annunci in prima pagina viene definita "saggia" perché , secondo l’autore, in questo modo

A il giornale ha dimostrato di essere il miglior quotidiano del mondo .
B è più facile per i lettori trovare gli annunci economici .
C si aumenta il numero di pagine dedicate alla pubblicità .
D la prima pagina del giornale risulta più vivace e attraente .

B8

Nel testo alla riga 15 si legge : «Ma gli elogi della pubblicità preludono a una critica» .
Che cosa significa "preludono" ?

A Seguono .
B Presentano .
C Preannunciano .
D Deludono .

B10

Alla riga 17 si legge : «Mi sono chiesto quale ne fosse l’origine» .
A che cosa si riferisce "ne" ?

A All'entusiasmo .
B Alla televisione .
C Alla pubblicità .
D Al senso di fastidio .

B11

Alla riga 21 si dice : «L’una sta al suo posto , l’altra è imperiosa e invasiva» .
Scrivi, sulle righe sotto, a che cosa "l’una" e "l’altra" si riferiscono rispettivamente .

"l'una" si riferisce a : ...oppure... .

"l'altra" si riferisce a :
...oppure... .

B12

Con la frase «detengo il potere decisionale» (riga 23) , l’autore intende riferirsi alla possibilità di

A cambiare canale quando si trasmettono spot pubblicitari in televisione .
B decidere se leggere il giornale o guardare un programma televisivo .
C vedere solo i programmi televisivi in cui si trasmette poca pubblicità .
D scegliere di leggere o meno un articolo o un’inserzione pubblicitaria .

B15

In base al testo, perché la pubblicità in tv può danneggiare , anziché favorire , chi paga gli spot ?

A Gli spot pubblicitari sono molto costosi e non sempre aumentano le vendite dei prodotti reclamizzati .
B Gli spettatori sono maldisposti nei confronti dei prodotti reclamizzati quando gli spot sono troppo assillanti .
C Chi paga gli spot si irrita quando gli spot pubblicitari non sono graditi agli spettatori .
D Gli spettatori associano il prodotto reclamizzato al programma e , se questo non piace, anche il prodotto non viene venduto .

B16

Che cosa si può fare , a parere dell’autore , per limitare i danni della pubblicità televisiva ?

A Convincere chi paga gli spot a eliminare quelli più fastidiosi .
B Evitare i messaggi pubblicitari frivoli e irriverenti .
C Collocare meglio gli spot nei programmi e diminuirne la durata .
D Proibire gli spot pubblicitari mentre si trasmettono notizie tragiche .

B17

L’articolo si intitola «La pubblicità mi piace , ma non se è obbligatoria» .
Quale tipo di pubblicità , secondo l’autore , è obbligatoria ?

A Gli annunci a pagamento sui quotidiani .
B I cartelloni pubblicitari .
C Le insegne luminose nelle piazze .
D Gli spot televisivi .

B18

Il testo è suddiviso in 4 capoversi . Ad ognuno è stato attribuito un titolo .
Metti i titoli nello stesso ordine che hanno i capoversi nel testo , numerandoli da 1 a 4 .

a. L'invadenza della pubblicità televisiva . .....Risposta : .

b. I giornali e la pubblicità . .....Risposta :
.

c. Il potere decisionale non funziona con la tv . .....Risposta :
.

d. La pubblicità , simbolo di modernità . .....Risposta :
.

B19

Scegli tra le seguenti affermazioni quella che sintetizza meglio il contenuto dell’articolo che hai letto .

A I messaggi pubblicitari di ogni tipo sono invasivi e fastidiosi e purtroppo non vi è modo di difendersi .
B La pubblicità è in genere utile e anche gradevole , ma questo dipende dai "media" che la veicolano .
C La pubblicità nella nostra società è una presenza inevitabile, ma tutto sommato gradevole .
D La pubblicità televisiva, gli annunci pubblicitari, le insegne fanno parte della nostra vita di uomini moderni .

C2

Indica la frase in cui c’è un predicato nominale .

A È un vero campione quel cavallo !
B La stanza era illuminata da una luce fioca .
C Il tuo libro è sul tavolo .
D Il gatto era fuggito sotto il divano .

C3

Scrivi qual è il soggetto della frase che segue

Il mese prossimo entrerà in funzione un modello avanzatissimo di treno ad alta velocità .

Risposta : .

C8

Nella frase «Nelle gare di nuoto Laura e Davide sono stati i migliori della scuola» c’è un aggettivo di grado

A superlativo relativo .
B positivo .
C comparativo di maggioranza .
D superlativo assoluto .

C9

Leggi questo testo :
«Se avessimo prenotato in tempo i biglietti dell’aereo , adesso partiremmo perle vacanze . Temo che ora sia impossibile trovare i biglietti: comunque telefona in agenzia !»
Riporta nei rettangoli tutte le forme verbali ; poi indica per ognuna il modo e il tempo .

1....Forma verbale : Modo : Tempo : .

2....Forma verbale :
Modo : Tempo : .

3....Forma verbale :
Modo : Tempo : .

4....Forma verbale :
Modo : Tempo : .

5....Forma verbale :
Modo : Tempo : .

6....Forma verbale :
Modo : Tempo : ..oppure.. .

C11

Per ogni espressione , scegli la spiegazione corretta fra le due proposte .

A un'avventura
L’apostrofo è scorretto perché non c’è niente da elidere, cioè da cancellare. L’apostrofo è corretto perché c’è elisione, cioè cancellazione, della –a di una .
B un accendino
L'apostrofo manca ma ci vorrebbe perchè c'è elisione, cioè cancellazione , della –o di uno. L'apostrofo manca perchè non c'è niente da elidere, cioè da cancellare.
C un'americano
L'apostrofo è scorretto perchè non c'è niente da elidere , cioè da cancellare. L'apostrofo è corretto perchè c'è elisione, cioè cancellazione, della –o di uno.
D un ambulanza
L'apostrofo manca ma ci vorrebbe perchè c'è elisione, cioè cancellazione , della –a di una. L'apostrofo manca perchè non c'è niente da elidere, cioè da cancellare.



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