Finalmente
per Rosaria era giunto il momento più importante della sua vita.
Nella tarda mattinata di quella domenica, e precisamente a mezzogiorno,
avrebbe fatto conoscere ai suoi genitori Nené, l’amato e innamorato
Nené.
Rosaria era figlia unica di due genitori piuttosto all’antica.
Il padre, colonnello in
(riga 5) pensione, era autoritario e si incolleriva facilmente
quando le cose non
andavano come voleva lui; la moglie, Luana, sapeva però domarlo
quando le
piccole incandescenze di Arturo superavano i limiti dell’educazione.
Quella mattina si alzarono presto tutti e tre per ricevere degnamente
il
futuro marito di Rosaria. La cucina era pulitissima, il salotto
in ordine, la tavola
(riga 10) già pronta.
Tutto a posto fino all’ultimo momento. Fino a quando Luana uscì
dal bagno
con gli occhi di fuori, pallida e balbettante: – Non funziona,
lo scarico del water
s’è rotto un’altra volta!
Il panico prese il posto dell’allegria. Il colonnello volle
subito prendere in
(riga 15) mano la situazione cercando di ristabilire la calma:
– Ci penso io! – disse. E
subito le due donne, in coro: – Nooo! – Lo conoscevano bene,
Arturo avrebbe
passato la giornata a smontare l’intero bagno. – Lasciamolo
rotto, non fa
niente! – esclamò Luana. E Rosaria: – Ma se poi gli scappa?
Che figura ci
facciamo? Chiamiamo subito l’idraulico!
(riga 20) Ma era domenica, le officine erano tutte chiuse. Siccome
a mezzogiorno
mancavano ancora due ore, le donne decisero di uscire per cercare
qualcuno in
grado di risolvere velocemente il problema. Lasciarono a casa
il colonnello e
andarono a caccia di un idraulico.
Intanto Nené, che era arrivato molto prima del previsto, aveva
cominciato a
(riga 25) girare intorno al palazzo guardando di tanto in tanto
l’orologio. Dopo il terzo
caffè preso al terzo bar, decise di rompere gli indugi e di
salire, malgrado
l’oretta d’anticipo.
Quando Arturo sentì il campanello si precipitò ad aprire. Vide
il giovane e
subito: – Svelto, giovanotto, che è tardi! Ecco, il bagno è
quello là!
(riga 30) Nené si ritrovò nel bagno quasi spinto alle spalle
dal colonnello. – Faccia
svelto! – concluse Arturo chiudendo la porta. Nené era stato
informato da
Rosaria che suo padre, qualche volta, veniva preso dalle mattane.
Allora stette
al gioco in attesa che Rosaria arrivasse. Pensò che il colonnello
voleva che
facesse pipì. Nené fece pipì, provò a spingere il bottone, ma
non funzionava.
(riga 35) Riaprì la porta e, con esitazione, disse: – Ho fatto,
colonnello! – Arturo si infilò
nel bagno e spinse il bottone. Ma lo sciacquone continuava a
non funzionare.
– Mi stai prendendo in giro, giovanotto? Che hai fatto? – E
l’altro, imbarazzato:
– Ho fatto… la pipì! – Il colonnello andò su tutte le furie.
– Ah, – gridò, – tutto
qua? – E Nené: – Non mi veniva di più, colonnello. – Arturo
si fece ancora più
(riga 40) nervoso: – Ti sei reso conto che lo scarico non funziona?
– In effetti! – Allora
che aspetti? Mettiti subito al lavoro!
Nené, che non voleva contraddirlo, si fece consegnare gli strumenti
e si dette
da fare. Ma appena svitò una rondella fu investito da un getto
d’acqua pauroso.
– Bravo, vedo che hai trovato l’acqua! Adesso cerca di fermare
la falla! – si sentì
(riga 45) dire dal colonnello. Nené provò in tutti i modi e,
inzuppandosi come un pulcino,
riuscì a bloccare l’emorragia. Finalmente spinse il bottone
e, non si sa come, lo
scarico funzionò.
I due fecero festa. Poi il colonnello: – Svelto, pulisci per
terra! – In ginocchio
e con uno straccio in mano, il povero Nené riportò a lucido
il pavimento del
(riga 50) bagno. Poi si vide consegnare nelle mani due biglietti
da diecimila lire: – Vai,
vai! – gli disse Arturo spingendolo verso l’uscita.
Mezz’ora prima Nené era entrato in quell’appartamento, lindo
e colmo
d’emozione. Ora si ritrovava per strada frastornato, fradicio
e con i capelli
appiccicati sulla fronte. Starnutendo se ne tornò piano piano
a casa sua.
(riga 55) Qualche minuto più tardi giunsero le due donne in
compagnia di un giovane
idraulico, il nipote del macellaio di fronte. Il colonnello,
ringalluzzito dalla
vittoria, fiero di sé, sembrava diventato più alto. Vide quel
giovane e subito lo
abbracciò come un figlio: – Benvenuto in questa casa! – gli
disse con un nodo
alla gola. E la figlia: – Hai visto che l’ho trovato? – E il
padre: – Non esagerare
(riga 60) figliola, anche lui ha trovato te. Non è vero ragazzo
mio? – E l’idraulico:
– Diciamo che ci siamo incontrati a metà strada! – Bene, – fece
il colonnello,
– vuoi un caffè o un aperitivo? – A Luana cominciò a scappare
la pazienza:
– Non perdiamo tempo, l’aperitivo lo prendiamo dopo! – A questo
punto il
colonnello si impuntò e lanciò un urlo: – Basta! A casa mia
si fa come dico io!
(riga 65) Cosa vuoi bere, ragazzo? – Il giovane guardò le due
donne e alzò le spalle,
mentre Rosaria corse a piangere in camera sua. – Faccia lei!
– disse l’idraulico.
Luana raggiunse la figlia in camera e la spinse a reagire, a
riprendere in mano
la situazione. Le due, allora, più agguerrite che mai, tornarono
in salotto.
Entrarono proprio nel momento in cui l’ospite chiedeva al colonnello:
– Scusi,
(riga 70) colonnello, dov’è il bagno? – Arturo si alzò in piedi
con un sorriso grande da
qua a là e si mise quasi sull’attenti. – Prego, – disse, – da
questa parte!
Il colonnello mostrò al giovane come funzionava bene lo scarico:
– Guardi
che meraviglia! – Spinse il bottone e l’acqua venne giù chiara
e abbondante.
L’idraulico, incredulo, pensando di trovarsi in una casa di
matti, girò la schiena
(riga 75) e se ne andò quasi sbattendo la porta. Il colonnello
ci rimase male: – Ma come?
– si rivolse amareggiato alle due donne. – Abbiamo fatto tanto
e lui preferiva lo
scarico rotto! Certo che il mondo fuori di qui va proprio alla
rovescia!
Moglie e figlia erano convinte che ad aggiustare il bagno fosse
stato Arturo, e
allora, tornata la felicità, si prepararono ad aspettare Nené.
Era quasi l’una e il
(riga 80) giovane ancora non si faceva vivo. A Rosaria cominciò
a battere il cuore,
sempre più forte, gli occhi fissi alla porta d’ingresso.
(Tratto e adattato da: V. Cerami, La gente, Torino, Einaudi,
1993)
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