Italiano [2]
A1

 
L’Useliera
Vicino a Villa Valsugana, il mio paese, c’è un luogo che aveva sempre
attirato la mia curiosità e che i vecchi chiamavano – e ancora oggi chiamano –
l’Useliera: luogo dove si prendono gli uccelli.
Tenterò di descriverlo. È una specie di quadrato, cinto da muri di pietra, lungo
(riga 5) cento metri, largo altrettanto.
Esternamente, lungo i lati del quadrato, ci sono delle piccole casermette con
feritoie, evidentemente per sparare. Così i cacciatori potevano stare al riparo
dalle intemperie e cacciare non visti da nessuno, tanto meno dalle loro vittime, i
poveri uccelli che venivano a posarsi sui rami delle piante che si ergevano entro
(riga 10) il quadrato.
Da almeno cento anni l’Useliera è abbandonata e nessuno la usa più.
Voi sapete come sono i ragazzi: amanti del mistero e dell’ignoto, incoscienti
dei pericoli, desiderosi delle avventure. Quell’estate dissi dunque a mia madre
che mi preparasse una grossa pagnotta imbottita di salame – il mio cibo preferito
(riga 15) quando facevo delle gite abbastanza lunghe – e non mi aspettasse a pranzo, sarei
tornato per cena. Non le dissi dove andavo (e feci male perché bisognerebbe
sempre dire dove si va, perché le mamme non stiano in pena). Ma io andavo a
esplorare l’Useliera, mi sembrava di essere Sandokan o Yanez nelle foreste della
Malesia… armato solo di un temperino dalla lama ben affilata e dei miei
(riga 20) pugni… con cui avrei assalito la tigre, il leopardo o il giaguaro per liberare una
dolce fanciulla prigioniera, bella, nera, dagli occhi lucenti e imploranti…
Così sognavo, quando mi trovai davanti all’Useliera. Annusai l’aria. Strinsi
nella mano il coltellino. Entrai.
Da pieno giorno si fece oscuro. Sopra la testa, rami e fogliame folto. Sotto il
(riga 25) piede, muschio, foglie marcite, tronchi spezzati.
D’un tratto, un rumore mi colpì. Di unghiate sul terreno, di piccole grida
soffocate, come di un animale che tentasse con ogni sforzo di uscire da una buca
e non vi riuscisse.
Mi diressi, cautamente, da dove proveniva il rumore. Fu silenzio: l’animale
(riga 30) doveva avere sentito che un estraneo si avvicinava e stava zitto per non farsi
scoprire. Inutile. Poco dopo ero davanti a una scena che mi impressionò.
C’era una buca, formatasi chissà come, della profondità di un uomo, stretta,
verticale. Cercai di guardare in fondo. E non subito, ma dopo che mi fui abituato
all’oscurità, vidi qualcosa che assomigliava a un orsacchiotto peloso, giallo di
colore, con un musino aguzzo e due occhi azzurri, vivacissimi. Mi guardava, ma
(riga 35) senza paura, quasi chiedendomi che lo aiutassi. Anch’io lo guardavo: a lungo, a
lungo.
Quando fui disceso nella fossa, mi leccò le mani, con piccole grida, come un
cagnolino che guaisse: le mani dalle quali non aveva nulla da temere e che lo
avrebbero salvato.
(riga 40) Difatti, tratto fuori dalla buca, non fuggì, ma si mise a saltellarmi intorno,
felice.
– Avrai fame – gli dissi – dividi con me il pasto.
Mi sedetti, e lui vicino a me, con piccole corse, saltini, ora più vicini, ora
brevemente allontanandosi, sempre ritornando a me, per prendere dalle mie
(riga 45) mani i bocconcini di pane e salame che gli porgevo. Finché… dei rami spezzati
dopo una corsa furiosa mi fecero apparire davanti, a poco più di due metri, uno
splendido animale, grosso come un lupo: lei, la volpe madre.
Mi guardò. La guardai. A lungo, senza mai abbassare lo sguardo. Invano il
piccolo si strofinava sulle sue gambe snelle. Era immobile, come se lui non
(riga 50) esistesse. Essa non prestava attenzione che a me, allo sconosciuto che aveva
osato invadere il suo regno e che, a quanto pareva, aveva conquistato le simpatie
di suo figlio.
Io, intanto, le porgevo una grossa fetta di salame, cercando di farmela amica.
S’avvicinò. L’annusò. Si avvicinò ancora. Ora annusava me, lentamente.
(riga 55) Alzai timidamente la mano e l’accarezzai: prima la fronte, poi la schiena. Con
tenerezza, con amicizia. La volpe lasciava fare tranquilla, immobile. Soltanto gli
occhi continuavano a fissarmi; e i miei, lei. Con tenerezza, con amicizia.
Così che non mi stupii affatto quando prese delicatamente dalle mie mani la
(riga 60) fetta di salame: e con la dignità di una regina la mangiò.
Tratto e adattato da: Ezio Franceschini, “L’useliera” in La valle più bella del mondo, Vita e pensiero,Milano, 1984

In base a quanto hai letto nel testo , il termine "Useliera" indica

A un luogo usato comunemente dagli uccelli .
B un luogo per sparare agli uccelli .
C un luogo dove si rifugiano gli uccelli .
D un luogo dove si osservano gli uccelli .

A2

Le "casermette" di cui si parla alle righe da 6 a 10 servivano ai cacciatori per

A proteggersi dalls pioggia .
B studiare il volo degli uccelli .
C vedere se qualcuno li attaccava .
D sparare ai nemici .

A3

Le piante dell'Useliera sulle quali si posavano gli uccelli erano

A alberi d'alto fusto .
B siepi compatte .
C cespugli intricati .
D tronchi spezzati .

A4

Quando il protagonista entra nell'Useliera , essa era abbandonata da

A almeno un anno .
B almeno un decennio .
C almeno cinquant'anni .
D almeno un secolo .

A5

Secondo l'autore , i ragazzi sono

A intraprendenti e spericolati .
B timorosi e insicuri .
C responsabili e attenti .
D sconosciuti e misteriosi .

A6

Perchè il protagonista non dice alla mamma dove va ?

A Va a caccia di animali feroci .
B Si sente grande e pieno di coraggio .
C Ha paura che la mamma non lo lasci andare .
D Non vuole dare un dispiacere alla mamma .

A7

Per quale ragione , quando il protagonista entra nell'Eseliera , «Da pieno giorno si fece oscuro » (riga 24) ?

A Il sole scomparve dietro le nuvole .
B Improvvisamente si fece notte .
C La vegetazione non lasciava passare la luce .
D Il muschio era così scuro che non rifletteva la luce .

A8

Nelle due frasi che seguono il verbo non è espresso , ma sottinteso : «Sopra la testa , rami e fogliame folto . Sotto il piede , muschio , foglie marcite , tronchi spezzati » (righe 24-25) .
Quale verbo potresti inserire ?

A Strappavo .
B Percepivo .
C Annusavo .
D Sfioravo .

A9

"Cautamente" (riga 29) significa

A con prudenza .
B con attenzione .
C con lentezza .
D con incertezza .

A10

Quale funzione hanno i due punti (:) nella frase : «Fu silenzio : l'animale doveva avere sentito che un estraneo si avvicinava e stava zitto per non farsi scoprire » (righe 29-31) ?

A Introdurre un elenco dei comportamenti dell'animale .
B Introdurre una spiegazione del perchè c'era silenzio .
C Introdurre un discorso diretto .
D Introdurre una spiegazione di quello che era successo prima .

A11

Alle righe 32-37 , qual è la scena che impressiona il protagonista ?

A Un animale stava immobile per non farsi scoprire .
B C'era una buca molto profonda .
C L'oscurità non lasciava vedere niente .
D Un animale era intrappolato in una fossa profonda .

A12

Cosa c'è dentro la buca ?

A Un orsacchiotto .
B Un lupacchiotto .
C Una piccola volpe .
D Un cagnolino .

A13

"Guaire" significa

A lamentarsi .
B abbaiare .
C urlare .
D ululare .

A14

Perchè la volpe madre , quando vede il ragazzo , guarda solo lui e si comporta come se il figlio non esistesse ?

A Non le importa niente del figlio .
B E' arrabbiata con il figlio .
C Vuole capire le intenzioni del ragazzo .
D Vuol farsi amico il ragazzo .

A15

Perchè il ragazzo dà una fetta di salame alla volpe ?

A Spera che la volpe non lo aggredisca .
B Vuole vedere se la volpe ha fame .
C cerca di addomesticare la volpe .
D Vuole conquistare la fiducia della volpe .

A16

Il testo che hai letto , secondo te , è

A il diario di un esploratore .
B un racconto autobiografico .
C una favola .
D un testo di divulgazione scientifica .

A17

Se volessi riassumere in una sola frase questo testo , perchè un tuo compagno ne capisca subito il senso , quale sceglieresti tra le seguenti ?

A L'Useliera è un luogo pieno di pericoli per gli animali .
B I ragazzi hanno sempre un grande bisogno di avventura .
C l'Eseliera è un posto adatto per studiare le abitudini delle volpi .
D Un luogo di morte diventa un luogo di amicizia .

B1
Nella casa di cera
Presso i mammiferi (società umane comprese) le comunità organizzate hanno
quasi sempre una struttura patriarcale: a capo del branco o della tribù vi è un
vecchio maschio, robusto ed esperto, al quale i sudditi, almeno per un certo
tempo, accordano fiducia e rispetto. Le femmine, che pur godono di molte
(riga 5) libertà e sono per lo più estranee alle lotte per il potere in cui indulgono i
maschi, hanno in genere posizione più subordinata, o sono del tutto fuori da una
gerarchia.
Non appena curiosiamo nel mondo degli insetti, invece, ci imbattiamo in
società rigorosamente matriarcali: i maschi, presso le api o le formiche, non è
(riga 10) che contino poco: non ci sono affatto, in seno alla comunità, se non nel breve
tempo della stagione degli amori. Per il resto dell’anno se la vedranno fra loro le
femmine della specie, alate o no; con il volo nuziale, la breve esistenza dei
maschi è già finita.
La società delle api, dunque, è una società di sole femmine, ma non per
(riga 15) questo è una comunità tra eguali. V’è la regina, sovrana incondizionata di tutta
la comunità, e vi sono le operaie, a cui spettano tutte le incombenze, tranne
quella di riprodursi. E non c’è speranza, per una operaia, di trasformarsi mai in
regina. Il giorno che è uscita, con le sue quattro ali ancora umide, dalla celletta
dove un’altra operaia l’aveva rinchiusa, così che trascorresse tranquilla il
(riga 20) momento della metamorfosi, essa era già operaia, femmina sterile destinata alle
pulizie nel nido, ai lavori di carpenteria, alla raccolta del polline sui fiori. Il suo
destino, certo, non se l’è scelto da sola, ma se l’è trovato segnato nel giorno in
cui la regina madre ha deposto nella celletta piccola dell’alveare l’uovo da cui la
nostra futura operaia sarebbe un giorno nata.
(riga 25) Schiusosi l’uovo, la larva fu nutrita dalle sorelle operaie già adulte con una
pappa zuccherina e nutriente, priva però degli ingredienti necessari ad una
larvetta per svilupparsi in una regina. Se solo fosse nata in una celletta più
grande, le avrebbero dato da mangiare un po’ di pappa reale ed ora sarebbe
pronta per il volo nuziale. Per lei comincia, invece, un’esistenza di lavoro. C’è
(riga 30) già un programma ben preciso, per tutta la sua esistenza. Dovrà semplicemente
eseguire, giorno dopo giorno, quel che la comunità si attende da lei.
La sua prima incombenza è pulire le cellette dell’alveare, rimuovendo le
tracce lasciate da chi, come lei, ne ha occupata una durante le settimane
precedenti. Dopo due o tre giorni, le viene riconosciuto il ruolo di nutrice; a
(riga 35) pulire le celle provvederanno le sorelle più giovani, diventate adulte nel
frattempo. Per ora è nutrice alle prime armi: può occuparsi perciò delle larve più
grosse, più robuste e più facili da trattare; ma non tarda ad essere promossa
nutrice delle larve neonate, il cui numero è sempre grande, perché la regina
continua ogni giorno a deporre le sue uova nelle cellette vuote.
(riga 40) Passa una settimana o poco più. Anche il lavoro di nutrice è finito, per la
nostra operaia; ora la comunità le chiede di fabbricare nuove celle esagonali, di
ingrandire i favi dell’alveare, di riparare qualche guasto occasionale: e anche in
questa incombenza sa dimostrare tutto il suo zelo, la sua perizia.
Di tanto in tanto si affaccia fuori per scaricare un po’ di rifiuti, ma non le è
(riga 45) concesso ancora di volarsene lontano, sui prati fioriti dove le compagne più
anziane s’affaccendano a raccogliere polline e nettare zuccherino. Intanto
l’estate avanza e, con l’estate, il caldo, l’afa.
Nell’alveare l’atmosfera rischia di farsi irrespirabile. Ecco allora un gruppo di
operaie improvvisarsi ventilatrici: in bella fila presso l’ingresso dell’alveare, le
(riga 50) vediamo con le ali in continua vibrazione, così da agevolare il ricambio
dell’aria. Da ventilatrici a guardiane, il passo è breve: per qualche giorno le
nostre operaie montano di guardia presso l’ingresso, pronte a sguainare il loro
pungiglione contro qualsiasi malintenzionato.
In questo frenetico mutar di mestieri, saranno passate tre settimane in tutto:
(riga 55) poco resta da vivere, ancora alla nostra ape. Forse diventerà damigella d’onore
della regina e le resterà accanto, accudendo alle sue necessità; forse, invece,
potrà andarsene per i prati ed i frutteti, di fiore in fiore, attratta dai colori e dai
profumi delle corolle. Ma anche queste escursioni sono uscite di lavoro, per lei.
Tratto e adattato da: Alessandro Minelli, I segreti degli animali, Arnoldo Mondadori Editore, Milano,1985

In base al testo , indica quali delle seguenti caratteristiche sono proprie delle società dei mammiferi e quali di quelle degli insetti .

A Alla testa della comunità c'è una femmina .
Mammiferi Insetti
B Le femmine hanno una posizione inferiore .
Mammiferi Insetti
C Il capo del gruppo è un maschio .
Mammiferi Insetti
D La vita dei maschi dura poco .
Mammiferi Insetti
E I maschi lottano per il potere .
Mammiferi Insetti
F Per la maggior parte dell'anno la società è formata da sole femmine .
Mammiferi Insetti

B2

Nella frase " «Non appena curiosiamo nel mondo degli insetti , invece , ci imbattiamo in società rigorosamente matriarcali» (righe 8-9) , come potresti sostituire "invece" ?

A In realtà .
B Al contrario .
C Infatti .
D Quindi .

B3

In base al testo , quando termina la vita dei maschi presso la società delle api ?

A Quando incontrano un maschio più forte .
B Dopo che si sono accopiati con l'ape regina .
C Quando perdono il loro pungiglione .
D Dopo che l'ape regina ha smesso di deporre le uova .

B4

Il testo afferma che la società delle api è

A una società in cui tutti i membri sono eguali fra loro .
B una società di maschi .
C una società di femmine .
D una società con una gerarchia tra maschi e femmine .

B5

Nella frase «V'è la regina ... e vi sono le operaie , a cui spettano tutte le incombenze ... » (righe 15-16) , la parola "incombenza" significa

A punizione .
B disturbo .
C carica .
D compito .

B6

La parola "sterile" significa

A che genera molti figli .
B che genera un solo figlio .
C che non può avere figli .
D che ha solo figlie femmine .

B7

In base al testo , da che cosa dipende se una larva diventerà un'ape regina o un'ape operaia ?

A Dipende dal tipo di larva , che può essere di ape regina o di ape operaia .
B Dipende dalle dimensioni della celletta in cui la regina depone l'uovo .
C Dipende dalla quantità di cibo che la larva riceve dalle api operaie .
D Dipende dalla quantità di zucchero presente nel cibo della larva .

B8

Come vengono nutrite le larve di api operaie ?

A Con la pappa reale .
B Con le larve di altri insetti .
C Con il polline di alcuni fiori .
D Con una sostanza dolce e nutriente .

B9

Nella frase «La sua prima incombenza è pulire ... » (riga 32) , l'aggettivo "sua" si riferisce a

A la larva .
B l'ape operaia .
C la comunità .
D l'esistenza .

B10

Una "nutrice alle prime armi" che cosa fa ?

A Pulisce le cellette .
B Dà da mangiare alle larve più grandi .
C Si occupa delle larve neonate .
D Depone le uova .

B11

Ogni quanto tempo la regina depone le uova ?

A Tutti i giorni .
B A giorni alterni .
C Una volta alla settimana .
D Una volta all'anno dopo la stagione degli amori .

B12

Cosa fa l'ape operaia subito dopo che è finito il suo lavoro di nutrice ?

A Comincia a volare più lontano .
B Si occupa di portare fuori i rifiuti .
C Aggiusta e amplia l'alveare .
D Monta di guardia per difendere l'alveare .

B13

Chi raccoglie il polline e il nettare ?

A L'ape regina con le nutrici .
B Le api più giovani e forti .
C l'ape regina con le damigelle d'onore .
D Le api operaie più esperte .

B14

Che cosa fanno in piena estate le api operaie , in fila , all'ingresso dell'alveare ?

A Si fanno vento con le ali .
B Fanno la parata in onore della regina .
C Muovono le ali per rinfrescare l'alveare .
D Si riposano .

B15

In base al testo , la vita di un'ape operaia dura poco più di

A un anno .
B sei mesi .
C un'estate .
D tre settimane .

B16

Questo testo è stato scritto per

A descrivere come le larve si trasformano in api adulte .
B informare su come si comportano le api nella stagione degli amori .
C dare informazioni sulla vita e la società delle api .
D dimostrare che gli insetti sono un oggetto di studio più interessante dei mammiferi .

C1
Quesiti di ortografia e grammatica

Scrivi la parola corrispondente di ciascuna figura .

Figura a. : .

Figura b. :
.

Figura c. :
.

Figura d. :
........... oppure .

C2

Che cosa hanno in comune i quattro nomi seguenti ?

A Sono tutti alterati .
B Sono tutti dervati .
C Sono tutti composti .
D Sono tutti collettivi .

C3

Nella frase " «Mia madre mi ha dato venti euro e li voglio spendere subito» , che tipo di parola è "li" ?

A Un articolo .
B Un pronome .
C Un avverbio di luogo .
D Una preposizione articolata .

C4

Leggi questa frase :

«Il cacciatore uccise il cinghiale con un colpo preciso» .

Ora indica tra le frasi seguenti , tutte di diverso significato , quella costruita con parole dello stesso tipo (es. : verbo , articolo , ecc.) e disposte nello stesso ordine della frase sopra .

A I pescatori catturavano i pesci con una rete logora .
B La donna asciugò le sue lacrime con un fazzoletto candido .
C I poliziotti inseguivano il ladro con la pistola in pugno .
D Il treno arrivò in stazione con un leggero anticipo .

C5

Leggi il seguente periodo :

«Tutte le mattine la mamma mi sveglia prestissimo , non più tardi delle sette . Mi lava e mi veste , facciamo colazione e poi usciamo di corsa insieme» .

Se sostituisci "Tutte le mattine" con "L'altro giorno" , dovrai modificare tutte le forme verbali : quante ?

A 3 .
B 4 .
C 5 .
D 6 .

C6

Leggi questo periodo :

«Un giorno Marco decise di dipingere le pareti della sua cameretta .
Veronica propose di aiutarlo
» .

Se nel periodo sostituisci "Un giono" con "Oggi" , quali altre parole dovrai modificare ?

A Marco
No
B decise
No
C di
No
D dipingere
No
E le
No
F pareti
No
G della
No
H sua
No
I cameretta .
No
J Veronica
No
K propose
No
L di
No
M aiutarlo .
No

C7

Se in una frase qualsiasi trovi scritto "un" , quale parola puoi trovare subito dopo ?

A Una parola nome .
No
B Una parola aggettivo .
No
C Una parola che inizia con una vocale .
No
D Una parola che inizia con "z" .
No
E Una parola che inizia con "b" .
No
F Una parola di genere femminile .
No
G Una parola di numero plurale .
No
H Una parola sll'indicativo presente .
No

C8

Leggi la frase seguente :

«Il nonno intagliava giocattoli con un coltellino» .

La frase è formata da varie parti , ognuna con una propria funzione sintattica (soggetto , predicato , ecc.) , come vedi nella tabella che segue :

Indica tra le frasi seguenti quella che è formata dalle stesse parti della frasi qui sopra (che ha cioè la stessa struttura sintattica) .

A Giorgio incontrò un amico con un giubbotto rosso .
B Marco andò a scuola con il motorino .
C L'uomo spaccava la legna con un'accetta .
D A Chiara piaceva chiacchierare con le amiche .



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